A cura di Stefano Zampieri - Consulente Filosofico

giovedì 4 gennaio 2018

Sulla brevità (densa)

E' sotto i nostri occhi la metamorfosi che il mondo dei social, il mondo della comunicazione virtuale, ha determinato nel campo del linguaggio, producendo quella contrazione della lingua che sembra far scivolare nell'afasia, nell'autismo soprattutto le giovani generazioni, sommerse da ondate di messaggi ma spesso incapaci di trasmettere sentimenti autentici, di sviluppare riflessioni pesanti, di entrare nella articolazione del pensiero, che non è mai nè semplice, nè diretta. Eppure, in palese controtendenza Antonio Zimarino, ci propone con questo bel libretto, una formula davvero interessante, quella della "brevità densa" che vorrebbe recuperare proprio ciò che è andato perduto, ovvero la profondità dell'espressione, la sua ricchezza, la sua intensità, cancellate piuttosto dalle esigenze di comunicazioni rapide, funzionali, produttive, in qualche modo connesse al sistema produttivo e a quello del consumo di massa.  
Tornare alle antiche pratiche dell'aforisma, dell'epigramma, del frammento, ma senza banalizzare, senza ridurre, senza semplificare, anzi al contrario affrontando consapevolmente la densità del pensiero, la complessità dei riferimenti, delle analogie, delle metafore, cioè tutto quello spessore che appare molto più chiaramente di fronte all'immagine che di fronte allo scritto. Non è un caso d'altra parte che l'autore proponga questa sua categoria anche in riferimento all'arte contemporanea. Ciò di cui si tratta, ed è una riflessione, a mio modo di vedere, assai pertinente e stimolante, è di fornire alla complessità che viviamo lo strumento per una comunicazione efficace. La brevità densa è appunto questo strumento, in grado, forse, di ridare corpo alla comunicazione, alla scrittura, alla pratica artistica, contribuendo in questo modo a costruire una cultura consapevole delle sue scelte.

Antonio Zimarino
Sulla brevità
Bologna, Diogene Multimedia, 2016
p. 196    € 9,80

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