A cura di Stefano Zampieri - Consulente Filosofico

giovedì 28 aprile 2016

Non parte di una parte, ma testimone

Io sono il testimone delle mie idee. Non sono parte di una parte, non sono né -ista né -iano, non potrei esserlo, non per un semplice rifiuto istintivo dell'esser servile, ma prima ancora per una impossibilità materiale: non posso essere testimone di una testimonianza altrui. Non avrebbe senso.
Ma faccio tesoro di ogni testimonianza, da quelle più antiche a quelle più recenti, anche se è con queste che mi sento più affine. E propongo la mia, che magari non vale molto, ma qualcosa più di nulla, per il semplice motivo che essa è qui, aperta alla luce della scena, sottoposta all'attenzione degli altri.
Essere parte di una parte è il tipico atteggiamento della filosofia come disciplina accademica. La pratica filosofica nasce fuori dell'Accademia, e se pure un giorno dovese entrarci, non potrebbe comunque essere parte di una parte, perché questo è proprio ciò che non le appartiene.
La pratica filosofica è TESTIMONIANZA: sono appunto il testimone delle mie idee, e le testimonianze si espongono, si inseguono, si confrontano, si osservano, si studiano. La tua testimonianza potrebbe rendere più ricca e più vera la mia. Insieme, ognuna dalla propria prospettiva, possiamo testimoniare che la filosofia c'è, è qui, nella nostra vita quotidiana.

domenica 24 aprile 2016

Lento quotidiano

Un quotidiano dis-alienato non può che essere uno spazio della lentezza.
Rallentare è la prima forma di resistenza al precipitare frenetico della contemporaneità.
Un quotidiano che si ritrova, che si ripensa filosoficamente, è uno spazio di cammino, un camminare a piedi magari, uno spazio di osservazione del mondo, dei suoi particolari, delle sue suggestioni, di percezione dei suoi profumi. E' uno spazio di tempi catturati e dilatati, è lo spazio del prendersi tempo, perché l'obiettivo non è imminente, né in scadenza, ma è nell'altezza della scoperta di ciò che vale. Scoprire ciò che vale nella nostra esistenza richiede pazienza. La lentezza è matrice della pazienza e della speranza, dell'immaginazione e della creazione.
Tutto il resto è operazione, produzione di rifiuti e di scarti, accumulo di energie, dissipazione di energie, combattimento di efficienze, di competenze, di efficacie. La lentezza è spazio lungo, lungo percorso, laboratorio artigianale del pensiero.

mercoledì 13 aprile 2016

Non poter fare, non sapere...

" La più recente ondata di consulenze parte dal corretto presupposto che gli agenti, che non possono fare più di tanto, possano essere supportati al meglio da consulenti che sanno di non sapere più di tanto. Da allora Socrate è ritornato tra noi."
(Peter Sloterdijk)

venerdì 8 aprile 2016

La filosofia nel quotidiano

La pratica filosofica è filosofia nella vita quotidiana, ove è decisiva la preposizione, che è chiaramente altro da ogni genitivo. Indica infatti l'essere dentro, profondamente implicata, piuttosto che fuori con l'intento di descrivere o comprendere un oggetto esterno. Intendiamoci, nella pratica filosofica è necessario anche l'atteggiamento conoscitivo, essa cioè spesso agisce come se fosse uno sguardo esterno che indaga un determinato oggetto, il quotidiano, tuttavia, lo fa sapendo di essere dentro quell'oggetto stesso. La pratica filosofica è nella vita quotidiana anche quando si interroga sulla vita quotidiana, anche quando la descrive e la mette in questione. La pratica filosofica, non può non essere consapevole del suo stato di implicazione.
E, d'altra parte, il quotidiano, non è affatto un oggetto, ma è una condizione, un modo d'essere dell'uomo in un determinato spazio-tempo.  E dunque non può essere circoscritto e delimitato come un oggetto, ma deve essere invece percorso, attraversato, vissuto.