A cura di Stefano Zampieri - Consulente Filosofico

giovedì 18 febbraio 2016

La consulenza filosofica è il consulente

Purtroppo è sempre più evidente (una quindicina d'anni di esperienza ce lo dimostra), che come già diceva Achenbach, la consulenza filosofica è prima di tutto il consulente. Nel senso che si tratta di una pratica che non è definibile in maniera rigida, né univoca, perché si intreccia con la formazione filosofica, le passioni, gli interessi, le convinzioni del filosofo consulente, insieme di precondizioni che varia inevitabilmente dall'uno all'altro. Possiamo mostrare ciò che facciamo, possiamo anche, come ho fatto io con il mio "Manuale" definire con una certa precisione ciò che ognuno di noi fa, ma nessun manuale sarà mai prescrittivo (se non sconfinando nella dimensione della presunzione e del ridicolo), ma solo e soltanto descrittivo. Così come ogni "delimitazione" non potrà che essere estremamente vaga e generica tale da contenere la molteplicità delle differenze.
Ma se è così sarà sempre difficile giungere ad una "chiara ed esclusiva definizione del processo della pratica", e dunque ...

Ma forse, se partissimo proprio dalla constatazione che la professione non esiste perché non può esistere? Se ricominciassimo da qui, un nuovo percorso?

1 commento:

  1. In fondo Neri non aspettò che nascesse "Phronesis", la professione, la perimetrazione... Se ne andò presso non so quale circoscrizione di Firenze e iniziò a chiedere un compenso per la sua prestazione (almeno questo dice la leggenda). Idem Achenbach. A Londra, da qualche parte, c'è chi si mette sopra qualcosa e comincia a declamare. Una volta ne ho visto uno a Padova. In tv pullulano maghi e cartomanti. Socrate non si fece problemi e cominciò a interrogare i suoi concittadini (che si fecero, invece, problemi e lo fecero fuori). Forse non ha torto Ran a pensare che la filosofia possa esistere solo nella forma di una companionship? Chi lo sa...
    Essere filosofi sempre, questo non facile obiettivo potrebbe contraddistinguerci. Come futuro padre, penso che, come mio padre, del resto, lo fu con me (senza saperlo), io non potrei fare di meglio con mio figlio (con la consapevolezza di volerlo fare).

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